INFORTUNI MORTALI NEL PRIMO TRIMESTRE 2023: ANCORA IN AUMENTO
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INAIL ha pubblicato i dati relativi agli infortuni nei primi 3 mesi del 2023. Come di consueto, l’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega ha elaborato le statistiche sull’andamento degli infortuni mortali e non.
Sono 196 gli infortuni mortali sul lavoro riscontrati nel primo trimestre 2023, di cui 148 in occasione di lavoro e 48 quelli in itinere, con una media di oltre 65 decessi al mese e 15 alla settimana.
Le vittime sono quindi 7 in più rispetto allo stesso periodo del 2022, quando i morti sono stati quindi 141.
QUALI SONO LE REGIONI MENO SICURE?
In numeri assoluti, spetta nuovamente alla Lombardia la maglia nera per il numero di vittime in occasione di lavoro (29), cui seguono: Piemonte (16), Veneto (15), Lazio (13), Emilia Romagna (11), Campania (10), Sicilia (9), Toscana (8), Puglia (7), Marche e Umbria (6), Abruzzo (5), Sardegna, Liguria e Friuli Venezia Giulia (3), Trentino Alto Adige (2), Valle d’Aosta e Calabria (1).
COSÈ L’INCIDENZA DI MORTALITÀ?
L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente.
La zonizzazione utilizzata dall’Osservatorio Sicurezza Vega dipinge il rischio infortunistico nelle regioni italiane secondo la seguente scala di colori:
- Bianco: regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale.
- Giallo: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale ed il valore medio nazionale.
- Arancione: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale ed il 125% dell’incidenza media nazionale.
- Rosso: regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale.
Secondo le elaborazioni dell’Osservatorio, nel primo trimestre 2023 a finire in zona rossa, con un’incidenza superiore al 25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 6,4 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori), sono: Valle D’Aosta, Umbria, Abruzzo, Marche e Piemonte. In zona arancione: Veneto, Sicilia e Lombardia. In zona gialla: Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Puglia, Emilia Romagna, Sardegna, Toscana e Liguria. In zona bianca: Trentino Alto Adige, Calabria, Basilicata e Molise.
QUALI SONO I SETTORI MENO SICURI?
Il settore che registra il maggior numero di decessi in occasione di lavoro nel primo trimestre del 2023 è quello dei Trasporti e Magazzinaggio (30), seguito dalle Costruzioni e dalle Attività Manifatturiere (14).
L’INCIDENZA DI MORTALITÀ PER FASCE DI ETÀ
La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni dove le vittime sono 61 su un totale di 148.
L’incidenza di mortalità dei lavoratori con età compresa tra i 15 e i 24 anni è pari a 5,2, quasi doppia rispetto a quella di chi ha un’età compresa tra i 25 e i 34 anni, pari a 2,9, risultando così la minima tra le fasce d’età considerate.
La fascia d’età con incidenza più elevata è quella dei lavoratori oltre i 65 anni (pari a 18,9) con la fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (12,7).
MORTALITÀ DEI LAVORATORI STRANIERI
Il dato relativo ai lavoratori stranieri conta 23 infortuni mortali in occasione di lavoro contro i 125 dei lavoratori italiani.
L’incidenza di mortalità degli stranieri durante il lavoro è quindi superiore rispetto agli italiani (9,7 contro 6,0).
INFORTUNI SUL LAVORO: ALTRI DATI
Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro nel primo trimestre 2023 sono 15, mentre in 7 hanno perso la vita in itinere.
I giorni della settimana in cui si è verificato il maggior numero di infortuni mortali da gennaio a marzo 2023 sono il mercoledì e il venerdì (18,9%).
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DENUNCE DI INFORTUNIO IN DIMINUZIONE
Continuano a diminuire le denunce di infortunio con un calo del 25,5% rispetto a fine marzo 2022: si è passati dalle 194.106 denunce di marzo 2022 alle 144.586 di marzo 2023. Ancora una volta la flessione più evidente è quella constatata nel settore della Sanità dove si è passati dalle 29.931 denunce dello scorso anno alle 6.929 di fine marzo 2023. Questo dato fa supporre che la riduzione sia dovuta alla scomparsa degli infortuni connessi al Covid dalle statistiche.
Nella graduatoria del nuovo anno per settore, il maggior numero di denunce arriva dalle Attività Manifatturiere (16.382), seguita dalla Sanità (6.929), dalle Costruzioni (6.854), dai Trasporti (6.826) e dal Commercio (6.560).
Le denunce di infortunio delle lavoratrici italiane nel primo trimestre dell’anno in corso sono state 52.956, quelle dei colleghi uomini 91.630.
Tra i lavoratori giovanissimi fino a 14 anni, il numero delle denunce è pari a 16.582 (oltre il 10% del totale).
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