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QUASI 8 VITTIME SUL LAVORO AL MESE, 2 OGNI SETTIMANA

È IL DRAMMA DEL LAVORO IN VENETO NEI PRIMI 5 MESI DEL 2022.

SONO 38 I DECESSI DA GENNAIO A MAGGIO: 3 IN PIÙ DEL 2021.

LA TRAGEDIA CRESCE E PREOCCUPA ANCOR PIÙ PERCHÉ, A DIFFERENZA DELLO SCORSO ANNO, NON CI SONO QUASI PIU’ LAVORATORI MORTI PER COVID, MA SOLO IN OCCASIONE DI LAVORO: SPESSO SCHIACCIATI DA CARICHI PESANTI O CADUTI DA IMPALCATURE, MORTI FOLGORATI O DECEDUTI A SEGUITO DI UN INCIDENTE IN ITINERE.

E LA REGIONE VENETO MANTIENE IL SECONDO POSTO NELLA GRADUATORIA NAZIONALE PER NUMERO DI VITTIME IN OCCASIONE DI LAVORO (SONO 28) DOPO LA LOMBARDIA CHE NE CONTA 47.

AUMENTANO ANCHE LE DENUNCE DI INFORTUNIO TOTALI: +43,2% RISPETTO AL 2021. ERANO 27.177 A FINE MAGGIO 2021, SONO 38.936 NEL 2022. SANITÀ, ATTIVITÀ MANIFATTURIERE, TRASPORTI E COSTRUZIONI I SETTORI PIÙ COLPITI.

ANCORA NELLA PROVINCIA DI TREVISO IL MAGGIOR NUMERO DI DENUNCE: 7.775.

CON QUESTI NUMERI DRAMMATICI IL VENETO RIMANE IN “ZONA ARANCIONE” SECONDO LA MAPPATURA DELL’OSSERVATORIO MESTRINO VEGA.

ROVIGO È LA PROVINCIA VENETA CON IL MAGGIOR RISCHIO DI MORTALITÀ PER I LAVORATORI SEGUITA DA BELLUNO E VERONA.

Da gennaio a maggio 2022 sono 38 le vittime sul lavoro in Veneto: 28 decedute “in occasione di lavoro”, e 10 “in itinere”, cioè nel percorso da casa alla sede di lavoro. Lo scorso anno erano 35 in totale. Tre vittime in più del 2021. Così l’emergenza cresce in regione. E il Veneto rimane al 2° posto nella graduatoria nazionale per numero di decessi in occasione di lavoro. Sono 268 in tutto il Paese.

E il Veneto si mantiene purtroppo ancorato alla zona arancione nella mappatura dell’Osservatorio Sicurezza Vega Engineering di Mestre.

“Approdare in zona arancione è un risultato assai sconfortante. Significa che il rischio di mortalità sul lavoro, cioè il rapporto tra infortuni e popolazione lavorativa, è più che preoccupante, superiore alla media nazionale – spiega Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza Vega Engineering di Mestre – anche perché il Veneto così non fa altro che avvicinarsi alla zona rossa. Tra l’altro è opportuno precisare che in questi numeri sono quasi completamente spariti gli infortuni mortali per COVID. Nel primo quadrimestre del 2021 erano 13 su 26. Nel 2022 1 su 27. Ciò fa concludere che gli infortuni mortali accaduti durante il lavoro, esclusi i casi COVID, sono aumentati ancor di più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. E sono addirittura aumentati rispetto ai primi cinque mesi del 2019, pre-pandemia, quando erano 31, contro i 38 di quest’anno. Si tratta di una drammatica inversione di tendenza, soprattutto considerando che il Veneto negli ultimi 4 anni aveva incidenze di mortalità che lo collocavano sempre tra la zona bianca e la zona gialla, e quindi tra le regioni più virtuose a minor rischio di mortalità”.

“L’indice di incidenza della mortalità è lo strumento di indagine più efficace per spiegare l’emergenza in tutte le regioni mese dopo mese – sottolinea ancora il Presidente dell’Osservatorio mestrino – perché è proprio il rapporto tra numero di infortuni e popolazione lavorativa che riesce a decretare il livello di sicurezza dei lavoratori”.

Per agevolare la lettura dei dati, l’Osservatorio mestrino ha ideato ed elaborato la mappatura del rischio di morte sul lavoro, dividendo l’Italia a colori proprio alla stregua della mappatura utilizzata durante l’emergenza pandemica.

La zona arancione, quella in cui rientra il Veneto, è la fascia che – dopo la rossa – raggruppa le regioni con l’incidenza tra le più alte per gli infortuni mortali sul lavoro e dunque superiore alla media nazionale.

Da gennaio a maggio 2022, infatti, il Veneto ha un’incidenza infortunistica di 13,5, compresa tra il valore medio nazionale ed il 125% dell’incidenza media nazionale, che si attesta a 11,9 morti sul lavoro ogni 1.000.000 di occupati.

Ed è Rovigo la provincia veneta in cui i lavoratori rischiano di più (indice di incidenza pari a 32,3 contro una media regionale di 13,5). Seguono: Belluno (23,3), Verona (19,8), Vicenza (18,7), Venezia (17,2), Padova e Treviso (2,6),

Per quanto riguarda il numero dei decessi in occasione di lavoro nei primi cinque mesi del 2022 sono 28 e vengono rilevati in provincia di: Verona (8), Vicenza (7), Venezia (6), Rovigo (3), Belluno (2), Padova e Treviso (1).

 (in allegato o sul sito www.vegaengineering.com/osservatorio/ tutti i dati e le variazioni rispetto allo scorso anno).

GLI INFORTUNI TOTALI:

Nei primi cinque mesi dell’anno crescono del 43,2% le denunce di infortunio totali: erano 27.177 a fine maggio 2021, sono 38.936 nel 2022. Sanità, Attività manifatturiere e Trasporti sono i settori più colpiti.

Alla provincia di Treviso la maglia nera in regione per il più elevato numero di denunce totali di infortunio: 7.775. Seguono: Vicenza (7.692), Verona (7.168), Venezia (7.164), Padova (6.102), Belluno (1.592) e Rovigo (1.443).

Infine sono 16.784 le denunce delle donne lavoratrici e 22.152 quelle degli uomini.

L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa.

Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente.

La zonizzazione utilizzata dall’Osservatorio Sicurezza Vega dipinge il rischio infortunistico nelle regioni italiane secondo la seguente scala di colori:

  • Bianco: regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale
  • Giallo: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale ed il valore medio nazionale
  • Arancione: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale ed il 125% dell’incidenza media nazionale
  • Rosso: regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale

Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering

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