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ORGANISMI NO-PROFIT: OBBLIGO DI ADOZIONE DI MODELLI DI ORGANIZZAZIONE 231

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L’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) con la sua Delibera n. 32 del 20 gennaio 2016 “Linee guida per l’affidamento di servizi a enti del terzo settore e alle cooperative sociali” fornisce indicazioni operative alle amministrazioni aggiudicatrici e agli operatori del settore, al fine di colmare la mancanza di una specifica normativa di settore che disciplini in maniera organica l’affidamento di contratti pubblici ai soggetti operanti nel terzo settore (associazioni no-profit).
Il terzo settore” rappresenta un’importante realtà in Italia, sia sotto il profilo sociale, per la natura dei servizi svolti, che sotto il profilo occupazionale. Le amministrazioni pubbliche ricorrono frequentemente agli organismi no-profit per l’acquisto o l’affidamento di servizi alla persona.
Le “Linee guida per l’affidamento di servizi a enti del terzo settore e alle cooperative sociali” dell’ANAC sono state predisposte avendo a riferimento il quadro normativo attuale, ma dovranno essere integrate appena entreranno in vigore le modifiche alla riforma del terzo settore, con particolare riferimento al recepimento della direttiva 2014/24/UE, che disciplina i servizi sociali in un apposito capo (Capo I, Titolo III, artt. da 74 a 77).
La Delibera n. 32 del 20 gennaio 2016, oltre ad analizzare le diverse procedure di assegnazione dei servizi ai soggetti no-profit, indica anche una serie di prescrizioni cui questi ultimi devono uniformarsi al fine di offrire adeguate garanzie alle amministrazioni aggiudicatrici.
In particolare, l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) nella sua Delibera n. 32 del 20 gennaio 2016 prevede che le stazioni appaltanti devono verificare l’osservanza, da parte degli organismi no-profit, delle disposizioni di cui al D. Lgs. 231/2001 “Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell’articolo 11 della L. 29 settembre 2000, n. 300”, applicabile agli stessi in ragione, sia del tenore letterale delle relative previsioni (rivolte agli enti forniti di personalità giuridica, alle associazioni anche prive di personalità giuridica e alle società private concessionarie di un pubblico servizio) sia della natura dei servizi erogati.
La richiesta dell’ANAC di verificare l’adozione di un modello organizzativo ai sensi del D. Lgs. 231/2001 da parte degli organismi no-profit, appare opportuna, soprattutto in considerazione della tipologia di rapporti che intercorrono con gli enti pubblici e delle peculiarità degli affidamenti dei servizi, che in molti casi possono anche derogare dalla disciplina ordinaria. Si tratta, in definitiva, di un importante intervento in direzione di una maggiore tutela della Pubbliche Amministrazioni, che mira a garantire l’affidabilità del soggetto erogatore dei servizi, oltre che la trasparenza e la legalità nello svolgimento delle prestazioni affidate.
Sempre più spesso la qualificazione di un ente passa attraverso la richiesta di attuazione dei modelli di organizzazione e gestione ai sensi del D. Lgs. 231/01 (e art. 30 del D. Lgs. 81/08).

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