L’INCLUSIONE ATTRAVERSO LA COMUNICAZIONE: LINEE GUIDA UNI PER LA PARITÀ DI GENERE NEL LINGUAGGIO
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L’UNI, Ente italiano di normazione, ha reso disponibili le “Linee guida per la parità di genere nel linguaggio”, che rappresentano un tentativo significativo di trasformare il modo in cui la società italiana si esprime, ponendo l’accento sull’uguaglianza di genere. Le parole contano e la loro scelta consapevole può fare la differenza nel costruire una realtà più giusta e inclusiva per tutti.
Il linguaggio deve essere considerato a tutti gli effetti un veicolo di inclusione e un mezzo per promuovere l’uguaglianza di genere. A partire dall’iniziativa dell’UNI emerge una consapevolezza crescente che il linguaggio, in quanto strumento potente, non è mai neutrale e ha il potere di plasmare la realtà sociale.
IL CONTESTO E IL RUOLO DI UNI
Nelle “Linee Guida per la Parità di Genere nel Linguaggio”, pubblicate nel 2024, UNI sottolinea che il linguaggio è un riflesso dei cambiamenti culturali e sociali. Le parole possono rafforzare stereotipi o contribuire a smantellarli, trasmettendo inclusività. Le difficoltà linguistiche nell’italiano, come la mancanza di un genere neutrale, così come il nostro contesto storico e socioculturale che non ha considerato l’uso del femminile come primario, complicano l’adozione di un linguaggio veramente inclusivo, ma UNI promuove l’uso di forme alternative per superare queste barriere.
La missione di UNI in questo senso inizia nel 2019 con l’adesione alla Gender Responsive Standards Declaration dell’UNECE, e continua con politiche interne orientate alla diversità e all’inclusione, tra cui la creazione di standard come la UNI/PdR 125:2022. Queste linee guida mirano a eliminare le disuguaglianze di genere non solo nei luoghi di lavoro, ma anche nelle comunicazioni scritte e orali, promuovendo un linguaggio non sessista e rispettoso delle differenze.
IL LINGUAGGIO NEUTRALE: COME ARRIVARCI?
Il concetto di linguaggio neutrale sotto il profilo del genere promosso da UNI si basa sull’idea di evitare formulazioni che possano essere percepite come discriminatorie o degradanti.
L’adozione di un linguaggio inclusivo è vista come un passo fondamentale per combattere gli stereotipi di genere e promuovere l’uguaglianza tra uomini e donne. Questo approccio non si limita alla scelta delle parole, ma si estende anche alla rappresentazione visiva, dove le immagini utilizzate dovrebbero contribuire a smantellare i preconcetti legati al genere.
TECNICHE REDAZIONALI E BUONE PRATICHE
UNI fornisce suggerimenti pratici per implementare un linguaggio inclusivo. Tra le tecniche più diffuse ci sono lo sdoppiamento delle parole per includere entrambi i generi (es. professionisti/e) e l’uso di forme per esteso che evitino riferimenti espliciti al genere (es. figure professionali). Viene anche promossa l’adozione di termini declinati al femminile laddove applicabile, come architetta o ingegnera, insieme all’abbandono di forme sessiste o stereotipate.
In particolare, UNI consiglia di prestare attenzione alle piccole ma significative scelte linguistiche, come ad esempio:
- precedenza al riferimento femminile (es. le operaie e gli operai),
- evitare l’articolo davanti ai cognomi femminili (es. La Rossi)
- uso di esempi non convenzionali nei contesti lavorativi per evitare stereotipi di genere (es. prediligere il sarto Mario Rossi o l’architetta Maria Rossi)
L’IMPORTANZA DELLE IMMAGINI
Oltre al linguaggio scritto, le immagini giocano un ruolo fondamentale nella promozione di un messaggio inclusivo. Le linee guida di UNI incoraggiano l’uso di immagini che rappresentino uomini e donne in ruoli non tradizionali, rompendo con gli stereotipi classici (es. donna manager e uomo casalingo). Anche la scelta dei colori può influenzare la percezione: UNI suggerisce di abbandonare il binarismo cromatico rosa-azzurro a favore di una gamma più ampia di tonalità.
ESEMPI PRATICI E OBIETTIVI FUTURI
Le “Linee guida per la parità di genere nel linguaggio” contengono esempi di termini da evitare e suggerimenti per una corretta formulazione. UNI invita a non utilizzare termini come signorina o segretaria per designare ruoli professionali femminili e consiglia l’uso di parole che riconoscano parità e rispetto come La dott.ssa o La segreteria. L’obiettivo è far sì che il linguaggio inclusivo diventi una pratica comune, contribuendo a un cambiamento sociale più ampio, in cui ogni persona, indipendentemente dal genere, possa sentirsi rappresentata e valorizzata.
In sintesi, l’approccio promosso da UNI evidenzia l’importanza di una comunicazione consapevole e responsabile. Cambiare il linguaggio è solo il primo passo verso la costruzione di una società più equa e inclusiva. Come sottolineato nelle linee guida, si tratta di un processo graduale, ma fondamentale per rompere gli stereotipi e promuovere l’uguaglianza.
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