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IN NOVE MESI UNA STRAGE DI LAVORATORI: SONO 761 LE VITTIME

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Il drammatico fenomeno degli infortuni mortali sul lavoro in Italia è ancora in crescita.

Sono aumentati del +3,3% infatti gli infortuni mortali registrati in occasione di lavoro rispetto allo stesso periodo del 2022, passando da 574 a 593. Sono invece diminuiti del -22,2% quelli in itinere: sono infatti 168 nel 2023 contro i 216 del 2022.

LE VITTIME SUL LAVORO: QUANTE SONO?

L’INAIL riporta che dal 1° gennaio al 30 settembre 2023 si sono registrati in Italia complessivamente 761 infortuni mortali sul lavoro. Nello stesso periodo del 2021 erano 790.

Ad una prima analisi il dato sembrerebbe quindi positivo in quanto riflette una flessione del fenomeno morti sul lavoro del -3,7%.

Un’analisi più approfondita dei numeri porta però a constatare che non c’è alcuna flessione dato che le vittime in occasione di lavoro sono cresciute, rispetto al 2022, del +3,3%. Abbiamo quindi a che fare più con una stabilizzazione del fenomeno che con una inversione di tendenza.

INFORTUNI MORTALI: I NUMERI ASSOLUTI

Da gennaio a settembre 2023 sono 761 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 95 solo in Lombardia a cui va la maglia nera in quanto regione con maggior numero di infortuni mortali. Seguono: Campania (57), Veneto (55), Piemonte (49), Puglia (46), Lazio ed Emilia Romagna (45), Sicilia (38), Toscana (25), Abruzzo (23), Marche e Umbria (17), Calabria (16), Friuli Venezia Giulia (15), Liguria (14), Trentino Alto Adige (13), Sardegna (12), Basilicata e Molise (5) e Valle d’Aosta (1).

INFORTUNI MORTALI: L’INDICE DI INCIDENZA

Il numero assoluto di infortuni mortali sul lavoro è però scarsamente indicativo del fenomeno infortunistico nelle diverse regioni e province, in quanto non tiene conto della popolazione lavorativa presente nell’area di analisi. Se andiamo a rapportare il numero di vittime con il numero di lavoratori, infatti, otteniamo l’indice di incidenza della mortalità, un dato che consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra zone (ad esempio regioni) differenti.

L’Osservatorio Vega elabora una rappresentazione grafica con la zonizzazione a colori delle regioni che vengono così ritratte:

  • Bianco: regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale
  • Giallo: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale e il valore medio nazionale
  • Arancione: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale e il 125% dell’incidenza media nazionale
  • Rosso: regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale

Scopriamo così che regioni con una popolazione lavorativa minore presentano un’incidenza di infortuni mortali superiore rispetto a quelle più popolose. Sulla base di questo indice vediamo come la Lombardia, che è la regione italiana con la più alta popolazione lavorativa, si trovi verso il fondo della classifica.

In zona rossa nei primi nove mesi del 2023 con un’incidenza superiore al 25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 25,7 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) troviamo: Molise, Umbria, Abruzzo, Puglia e Campania. In zona arancione: Calabria, Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Piemonte, Marche, Basilicata e Trentino Alto Adige. In zona gialla: Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Lombardia, Sardegna, Lazio. In zona bianca: Valle D’Aosta e Toscana.

INFORTUNI MORTALI: ALTRI DATI

Guardando l’indice di incidenza, si riscontra che chi ha un’età compresa tra i 15 e i 24 anni corre un rischio di morire sul lavoro superiore rispetto ai colleghi che hanno un’età compresa tra i 25 e i 34 anni (21,8 infortuni mortali ogni milione di occupati contro 13,7). L’incidenza più elevata si registra invece nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (97,5), seguita dalla fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (44,1).

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro nei primi nove mesi del 2023 sono 113, mentre sono 30 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere. Il loro rischio di morte sul lavoro risulta essere praticamente doppio rispetto agli italiani: gli stranieri, infatti, registrano 47,6 morti ogni milione di occupati, contro i 23,2 italiani che perdono la vita durante il lavoro ogni milione di occupati.

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio a settembre 2023 sono 34, mentre 20 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.

Il lunedì e il mercoledì sono i giorni più luttuosi della settimana, ovvero quelli in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi nove mesi dell’anno (19,7%).

TUTTI I DATI ELABORATI DALL’OSSERVATORIO VEGA

Vega Engineering pubblica e rende disponibili mensilmente i dati diffusi dall’INAIL sul fenomeno infortunistico in Italia elaborando diverse statistiche.

Scarica gratuitamente i Report dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente.

OSSERVATORIO SICUREZZA SUL LAVORO

Scarica gratuitamente tutti i report sugli infortuni sul lavoro in Italia

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