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Linee guida agenti cancerogeni e mutageni

L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha quantificato in più di 400 gli agenti potenzialmente cancerogeni per l’uomo, affermando che sono circa 6.400 i decessi all’anno, in Italia, per una patologia tumorale che possono essere attribuiti all’esposizione di agenti cancerogeni presenti nell’attività lavorativa. E laddove non è possibile sostituire questi agenti con altri meno, o addirittura non, pericolosi, è opportuno seguire idonee procedure, basate su precise misure tecniche e organizzative, per ridurre al minimo il numero di lavoratori esposti a tali rischi, riducendo anche la durata e l’intensità dell’esposizione.

La Linea GuidaAgenti cancerogeni e mutageni. Lavorare sicuri”, redatta dalla Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione (CONTARP) dell’INAIL, fornisce una identificazione degli agenti cancerogeni e mutageni (con definizioni, classificazione ed etichettatura), presenta le tematiche del controllo del rischio di esposizione da parte dei lavoratori (misure di prevenzione, protezione e gestione delle emergenze), propone delle schede sui 14 principali tipi di cancerogeni e mutageni in ambito lavorativo, ed infine dedica un intero capitolo alle corrette procedure di sicurezza, trattando prima le alcune procedure di carattere generale e poi altre specifiche per la manipolazione di farmaci chemioterapici antiblastici in campo sanitario. 

Per quanto riguarda le procedure di sicurezza di carattere generale, sottolineando che “nelle aree di lavoro in cui c’è rischio di esposizione è vietato assumere cibo e bevande, fumare, conservare cibi destinati al consumo umano, usare pipette a bocca ed applicare cosmetici”, la Linea Guida INAIL sugli agenti cancerogeni e mutageni suggerisce di attenersi alle seguenti raccomandazioni:
– “isolare le lavorazioni in aree predeterminate, provviste di segnaletica e accessibili solo al personale autorizzato;
– utilizzare le quantità di sostanze strettamente necessarie allo svolgimento dell'attività;
– seguire le istruzioni riportate sull'etichetta del prodotto e sulla relativa scheda di sicurezza, per ciascuna fase di utilizzo, stoccaggio, smaltimento;
– attenersi scrupolosamente alle procedure fornite dal Datore di Lavoro;
– pulire regolarmente i locali, le attrezzature e le strumentazioni;
– accertarsi che il luogo di lavoro sia dotato di doccia di emergenza e lava-occhi;
– assicurare che gli agenti siano conservati, manipolati e trasportati in condizioni di sicurezza, anche ai fini dello smaltimento, utilizzando contenitori ermetici ed etichettati in modo chiaro e leggibile, secondo le indicazioni di legge;
– smaltire i residui con riferimento alle procedure di smaltimento dei rifiuti o alle schede di sicurezza dei prodotti;
– prima di lasciare il luogo di lavoro, lavarsi accuratamente le mani e dismettere gli abiti da lavoro che potrebbero risultare contaminati e riporli separatamente dagli indumenti puliti;
– conservare le sostanze in armadi chiusi e aspirati, dotati di ripiani provvisti di dispositivi antiribaltamento e di contenimento di eventuali sversamenti, tenendo conto delle possibili incompatibilità tra diverse sostanze”
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Relativamente alla manipolazione dei chemioterapici antiblastici, ai quali è dedicata anche la scheda 14 del capitolo precedente, la Linea Guida  INAIL affronta le caratteristiche ed i relativi requisiti degli ambienti UFA (Unità Farmaci Antitumorali) dove deve avvenire la preparazione, la somministrazione e lo smaltimento dei CA, nonché i vari DPI monouso di cui devono essere dotati i lavoratori esposti al rischio, le procedure operative e le misure igieniche.  
Analizzando le procedure operative per la manipolazione di chemioterapici antiblastici, la Linea Guida INAIL tratta:
– la preparazione dei farmaci, articolata in 5 fasi;
– il successivo trasporto verso i pazienti, che deve avvenire all’interno di vassoi a bordi rialzati, o in recipienti a tenuta per i tragitti più lunghi;
– la somministrazione, che può avvenire per via endovenosa o per via orale;
– la manutenzione delle cappe;
– lo smaltimento dei residui;
– come comportarsi in caso di contaminazione accidentale della pelle e degli occhi
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