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NEL 2019 SONO 1089 LE VITTIME SUL LAVORO: ANCORA UN BILANCIO DRAMMATICO.

2019 UN ALTRO ANNO DI “MORTE” SUL LAVORO: 1089 VITTIME. ANCORA UN BILANCIO DRAMMATICO. NON STA CAMBIANDO NULLA.

I NUMERI PIÙ TRAGICI COME SEMPRE AL NORD CON LOMBARDIA, EMILIA, VENETO (A PARI MERITO CON LAZIO) SUL TRISTE PODIO NAZIONALE. ED È IN QUESTE REGIONI CHE SI RILEVA QUASI LA METÀ DELLE MORTI DI TUTTO IL PAESE

 “Un altro anno di lutti sul lavoro. E anche nel 2019, come da dieci anni a questa parte, sono molti più di mille. Sono 1089 vittime per la precisione; 783 delle quali hanno perso la vita in occasione di lavoro e 306 in itinere. Unico dato positivo in questo eccidio arriva dal decremento della mortalità in itinere (-12% rispetto al 2018); mentre resta pressoché invariato, purtroppo, il dato che riguarda la mortalità in occasione di lavoro (tre vittime in meno dell’anno precedente). Il punto è che rimane una media di mortalità mensile terribile: 90 decessi al mese”.

Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, che da 10 anni monitora l’emergenza morti bianche al fine di diffondere la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro, sottolinea così l’emergenza in Italia. E aggiunge: “Nonostante gli obblighi di legge, la formazione e l’aggiornamento continui. Nonostante le campagne di sensibilizzazione per la sicurezza nei luoghi di lavoro, il nostro belpaese si ritrova a contare oltre un migliaio di morti all’anno”.

E ancora una volta i dati peggiori vengono rilevati in Lombardia con 171 vittime totali da gennaio a dicembre 2019. Seguono: l’Emilia Romagna (106), Veneto e Lazio (98), Piemonte (94), Campania (83), Sicilia (80), Toscana (69), Puglia (67), Marche (33), Trentino Alto Adige (29), Abruzzo e Calabria (28), Liguria (23), Sardegna (19), Friuli Venezia Giulia (18), Umbria (17), Basilicata (16), Molise (11), Valle D’Aosta (1).

Ed è sempre la Lombardia a guidare la triste classifica delle morti rilevate esclusivamente in occasione di lavoro con 115 infortuni mortali. Seguono: Lazio (74), Emilia Romagna e Piemonte (70), Campania (63), Sicilia e Veneto (57).

“Ad emergere non sono solo i numeri degli infortuni mortali, ma – aggiunge l’Ing. Rossatoanche l’età delle vittime: un terzo dei lavoratori deceduti aveva un’età compresa tra i 50 e i 60 anni. Si trattava, dunque, di lavoratori non certo alle prime armi. Questo è opportuno sottolinearlo per far capire come non sia sufficiente l’esperienza per la tutela dei lavoratori. Anzi, purtroppo, – e tengo a sottolinearlo – la percezione del rischio sembra diminuire con il passare del tempo”.

Le donne vittime di un infortunio mortale nel 2019 sono state 94.

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro nel 2019 sono 141 (mentre in totale, compresi gli infortuni in itinere, sono 205).

I settori più colpiti sempre in occasione di lavoro sono le Attività Manifatturiere (118), le Costruzioni (113) e Trasporti e Magazzinaggio (79).

La prorovincia in cui si conta il maggior numero di infortuni mortali in occasione di lavoro è Roma (47 decessi). Ed è seguita da: Brescia (26), Milano (25), Napoli (24), Torino (23), Foggia (17), Vicenza, Verona e Firenze (16).

Infine a crescere sono anche gli infortuni non mortali passati dai 640.723 del 2018 ai 641.638 del 2019.

Di seguito alleghiamo le statistiche complete:

Statistiche Morti sul Lavoro Osservatorio Sicurezza Lavoro Vega Engineering 31.12.2019 (fonte dati: INAIL)

Incidenze Morti sul Lavoro popolazione occupata Province Osservatorio Sicurezza Lavoro Vega Engineering 31.12.2019 (fonte dati INAIL)

Al fine di promuovere e diffondere la Cultura della Sicurezza sul Lavoro, ci auguriamo che il comunicato non solo sia un utile strumento di lavoro per Voi ma anche una fonte di riflessione e di analisi di fronte alla grave situazione che colpisce la nostra Penisola.

Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering 

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