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PROTOCOLLI DI LAVORO SICURO PER LA LAVORAZIONE DEL LEGNO

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Nel Veneto il comparto della lavorazione del legno raccoglie numerose aziende e il territorio dell’Ulss 21 “conta il maggior numero di imprese”.
Purtroppo il comparto produttivo “si mantiene ai primi posti sia come incidenza degli infortuni che per gravità delle conseguenze, che portano spesso ad esiti invalidanti permanenti. Gli infortuni interessano prevalentemente gli arti superiori, in particolare le mani”.
Per aumentare la prevenzione degli incidenti nel comparto del mobile, il Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPISAL) dell’Azienda Ulss 21 di Legnago ha “raccolto ed analizzato gli infortuni oggetto di inchiesta avvenuti nell’arco di circa venti anni”. L’indagine, basata su 420 casi di infortunio grave, ha evidenziato che, “nonostante i cambiamenti tecnologici avvenuti nel tempo anche nelle nostre falegnamerie e l’introduzione di nuove macchine sempre più automatizzate, gli infortuni avvengono ancora prevalentemente alle cinque macchine base per la lavorazione del legno: sega circolare, toupie, pialla a filo, sega a nastro, troncatrici“.
Tale studio ha permesso di definire misure prioritarie di sicurezza che sono state raccolte nel documento “Protocolli di lavoro sicuro alle cinque macchine base per la lavorazione del legno”, prodotto dall’Azienda Ulss 21 di Legnago per Viversicura.

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