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MORTI SUL LAVORO: NEI PRIMI DUE MESI DELL’ANNO SONO 100

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Sono 100 le vittime sul lavoro nei primi due mesi del 2023, ovvero si parla di 12 decessi alla settimana. Di questi, 73 sono gli infortuni mortali in occasione di lavoro, mentre 27 quelli in situazione in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.

Nello stesso periodo del 2022 i morti erano stati 114, ovvero 14 in più.

QUALI SONO LE REGIONI E I SETTORI MENO SICURE?

Le regioni a finire in zona rossa nel primo bimestre 2023 con un’incidenza superiore del 25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 3,2 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Umbria, Marche, Piemonte, Puglia e, per la prima volta, il Veneto. In zona arancione: Toscana, Sardegna, Emilia Romagna, Liguria e Lombardia. In zona bianca: Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Calabria, Campania, Sicilia, Lazio, Basilicata, Molise, Trentino Alto Adige e Valle D’Aosta.

Se consideriamo il numero assoluto di vittime, è inevitabilmente la Lombardia a piangere il maggior numero di decessi (14) in occasione di lavoro, anche considerato che – a livello statistico – si tratta della regione con la più alta popolazione lavorativa d’Italia. Seguono: Piemonte (10), Veneto (9), Emilia Romagna (7), Toscana e Puglia (6), Marche (4), Umbria e Campania (3), Sardegna, Liguria, Sicilia e Lazio (2), Abruzzo, Friuli Venezia Giulia e Calabria (1).

Nel primo bimestre del 2023 a far registrare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro è il settore Trasporti e Magazzinaggio, con 14 vittime, seguito dalle Costruzioni (9) e dalle Attività Manifatturiere (8).

Per visionare le statistiche degli infortuni mortali sul lavoro al 28/02/2023 a cura dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering: CLICCA QUI!

L’INCIDENZA DI MORTALITÀ PER FASCE DI ETÀ

Il dato più preoccupante senza ombra di dubbio è quello che relativo l’incidenza di mortalità dei giovanissimi lavoratori, ovvero di coloro che hanno un’età compresa tra i 15 e i 24 anni.

Sono infatti 9 su 100 le giovani vittime registrate sul lavoro tra gennaio e febbraio.

Nel dettaglio dell’indagine dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering si scopre che l’incidenza di mortalità minima viene rilevata tra i 35 e i 44 anni (pari a 0,9 infortuni per milione di occupati), mentre nella fascia dei più giovani, ossia tra 15 e 24 anni, l’incidenza è più che triplicata e arriva a 3,5 infortuni mortali ogni milione di occupati, ed è ancora più elevata nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (11,6) e nella fascia di lavoratori che hanno dai 55 ai 64 anni (6,9). Quest’ultima è anche la fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali in occasione di lavoro (33 vittime su un totale di 73).

IL DATO DEI LAVORATORI STRANIERI

Altro dato molto significativo riguarda i lavoratori stranieri deceduti in occasione di lavoro che sono 10 sui 73 totali, mentre quelli deceduti in itinere sono 6. Anche qui l’analisi sull’incidenza infortunistica svela chiaramente come gli stranieri abbiano un rischio di morte sul lavoro superiore rispetto agli italiani. Gli stranieri infatti registrano 4,2 morti ogni milione di occupati, contro i 3 italiani che perdono la vita durante il lavoro ogni milione di occupati.

INFORTUNI SUL LAVORO: ALTRI DATI

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio a febbraio 2023 sono 3; mentre in 4 hanno perso la vita in itinere.

Il lunedì e il mercoledì sono i giorni della settimana in cui si è verificato il maggior numero di infortuni mortali nel primo bimestre dell’anno: rispettivamente con il 20,5% e il 19,2% del totale degli infortuni mortali in occasione di lavoro.

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DIMINUISCONO LE DENUNCE DI INFORTUNIO

Anche nel mese di febbraio continua il trend che vede la diminuzione delle denunce di infortunio del 29,1% rispetto la fine febbraio del 2022: erano state infatti 121.994 a febbraio 2022, e sono 86.483 quelle del 2023. La flessione più evidente, come era presumibile aspettarsi, è quella rilevata al settore della Sanità (lo scorso anno erano 19.786 le denunce, mentre a fine febbraio 2023 sono diventate 4.184), seguita dal settore dei Trasporti con un passaggio dalle 11.225 del 2022 alle 3.926 del 2023. È innegabile una correlazione di questi dati con la diminuzione delle denunce di infortunio per Covid.

Nella graduatoria del nuovo anno per settore, il maggior numero di denunce arriva dalle Attività manifatturiere (9.359), seguita dalla Sanità (4.184), dai Trasporti (3.926), dal Commercio (3.805) e dalle Costruzioni (3.804).

Le denunce di infortunio delle lavoratrici italiane nel primo bimestre dell’anno sono state 31.867, quelle dei colleghi uomini 54.616.

COSÈ L’INCIDENZA DI MORTALITÀ?

L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente.

La zonizzazione utilizzata dall’Osservatorio Sicurezza Vega dipinge il rischio infortunistico nelle regioni italiane secondo la seguente scala di colori:

  • Bianco: regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale.
  • Giallo: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale ed il valore medio nazionale.
  • Arancione: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale ed il 125% dell’incidenza media nazionale.
  • Rosso: regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale.

Ecco la mappa aggiornata: CLICCA QUI

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Visita il sito dell’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega e vedi le statistiche degli infortuni sul lavoro anno per anno.

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