MORTI BIANCHE 2015: NON CAMBIA NULLA. 50 VITTIME REGISTRATE A GENNAIO, ERANO 51 NEL 2014.
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Ancora 50 vittime sul lavoro nel mese di gennaio.
E’ un bilancio che fa inorridire e che, a questo punto, indispettisce chi si occupa di sicurezza sul lavoro e si trova quotidianamente da anni ad elaborare le statistiche delle morti sul lavoro. Praticamente nulla è cambiato rispetto al 2014 quando le vittime erano 51.
“Siamo convinti che se il fenomeno delle morti sul lavoro continui a rappresentare una vera e propria piaga nel nostro Paese, la colpa sia anche della crisi che porta sempre più spesso in azienda “professionisti” della sicurezza a prezzi stracciati e incapaci di individuare ed attuare misure di prevenzione efficaci. Tutto questo accade nel nostro Paese mentre gli organi di controllo sono ancora troppo assenti“.
Commenta il Presidente dell‘Osservatorio Sicurezza sul lavoro Vega Engineering di Mestre, Mauro Rossato, a seguito dell’ultima indagine, elaborata dal proprio team di ingegneri, sulla base di dati INAIL.
A gennaio sono stati 50 gli infortuni mortali , dei quali 33 verificatisi in occasione di lavoro. E a contare il maggior numero di vittime in occasione di lavoro a gennaio 2015 è ancora la Lombardia (7 infortuni mortali); seguita da: Puglia e Lazio (4), Piemonte e Veneto (3), Abruzzo, Liguria, Marche, Toscana e Campania (2), Sicilia ed Emilia Romagna (1).
Il 12 per cento degli incidenti mortali si è verificato nel settore delle Costruzioni, il 6 per cento nel Commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione autoveicoli e motocicli.
Appare, invece, differente la mappatura dell’emergenza morti bianche nel Paese quando l’Osservatorio Vega Engineering analizza le tragedie sulla base delle incidenze della mortalità rispetto alla popolazione lavorativa; e dove a condurre le fila in questo primo mese del 2015 si trova l’Abruzzo(con un indice di incidenza pari a 4,1 contro una media nazionale di 1,5).
Sul fronte delle classifiche provinciali, poi, sono Roma e Bari ad indossare la maglia nera con 4 morti bianche, seguite da Milano, Torino, Brescia, Treviso, Varese (2).
Gli stranieri deceduti sul lavoro sono 6 pari al 18,2 per cento del totale. La fascia d’età più colpita è sempre quella in cui l’esperienza dovrebbe insegnare a non esporsi al rischio (tra i 45 e i 54 anni).
Per un’analisi più approfondita e per i dati completi rimandiamo alla pagina del sito Vega Engineering dedicata all’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering.
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