MONITORAGGIO DELLE MORTI SUL LAVORO: L’ANDAMENTO NEGLI ULTIMI 4 ANNI
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Con la pubblicazione dei dati sugli infortuni pubblicati dall’INAIL, l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente di Vega Engineering ha elaborato un report confrontando l’andamento del fenomeno infortunistico nel primo semestre degli anni dal 2020 al 2023.
Il bilancio è drammatico: complessivamente le vittime registrate nei primi semestri degli ultimi quattro anni sono 2021.
Vediamo di seguito una sintesi dei dati…
GLI INFORTUNI MORTALI DAL 2020 AL 2023
Nel primo semestre del 2023, i decessi in itinere sono aumentati del +22% rispetto allo stesso semestre del 2020 mentre sono diminuiti del -28,7% quelli in occasione di lavoro. In questo dato è evidente l’eccezionalità rappresentata dal 2020, anno in cui è scoppiata la pandemia da Covid, con le conseguenti restrizioni negli spostamenti e l’esplosione dell’utilizzo dello smartworking.
Anche il decremento della mortalità in occasione di lavoro, evidente negli ultimi due anni (2022-2023) rispetto al precedente biennio, non testimonia una diminuzione degli infortuni mortali sul lavoro, ma indica la quasi totale assenza di casi Covid con esito mortale rispetto al biennio 2020-2021.
LA MAPPATURA DELL’ITALIA DEGLI ULTIMI 4 ANNI
L’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega elabora la mappatura del rischio di mortalità per regione, mettendo a confronto l’incidenza degli infortuni mortali, ossia indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data regione ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo sistema consente di confrontare il fenomeno tra regioni diverse caratterizzate da una popolazione lavorativa di differenti “dimensioni”.
Negli ultimi quattro anni la mappatura del rischio è cambiata più volte, con regioni che da un mese all’altro sono passate da una allarmante zona rossa ad una meno preoccupante zona arancione, gialla o bianca e viceversa.
Ci sono regioni in cui l’allarme è rimasto più che elevato dal 2020 al 2023: in particolare il Trentino Alto Adige e l’Abruzzo sono state per tre anni in zona rossa. Il Molise e l’Umbria sono state per due anni in zona rossa.
L’unica regione che non è mai uscita dalla zona bianca per l’intero quadriennio con incidenze di mortalità molto basse è la Sardegna, seguita dalla Basilicata che per tre anni è rimasta in zona bianca e infine Liguria e Toscana per due anni in zona bianca.
Sulla pagina dell’Osservatorio Vega sono disponibili i grafici e i dati.
LE INCIDENZE DI MORTALITÀ NEI PRIMI SEMESTRI DAL 2020 AL 2023
Nel primo semestre del 2020 l’incidenza media era di 21,2 morti per milione di occupati, nel 2021 di 19,7, nel 2022 di 14,8 e quest’anno risale a 15.
Osservando le incidenze di morte per genere, si scopre che le donne rischiano meno dei colleghi maschi. Per gli uomini, infatti, l’incidenza è passata da 32,9 del 2020 a 24,2 del 2023. Per le donne da 5 a 2,4.
Guardando invece alla nazionalità dei lavoratori stranieri in occasione di lavoro sono passati da 29 del 2020 a 25 del 2023, mentre gli italiani da 20 a 14.
Sulle fasce d’età, è la situazione dei giovanissimi in occasione di lavoro a destare la maggior preoccupazione: dai 15 ai 24 anni l’incidenza è passata da 11 denunce di infortunio per milione di occupati nel 2020 a 14 nel 2023; è quasi il doppio rispetto ai colleghi con età dai 25 ai 34 anni che vanno da un’incidenza di 6 nel 2020 a 8 nel 2023.
Significativo e allarmante anche il dato degli ultrasessantacinquenni: da 91 del 2020 a 55 del 2023.
I NUMERI DEGLI INFORTUNI MORTALI NEI PRIMI SEMESTRI DAL 2020 AL 2023
Nei primi sei mesi dell’ultimo quadriennio sono state registrate 2021 vittime sul lavoro in Italia: 570 gli infortuni mortali nel 2020, 538 nel 2021, 463 nel 2022 e 450 nel 2023.
Il decremento dei decessi in occasione di lavoro dal 2020 al 2023 è del 28,7% ma la spiegazione si può trovare nella scomparsa delle morti dovute al Covid.
Al contrario gli infortuni mortali in itinere sono aumentati passando dagli 85 del 2020 ai 94 del 2021 ai 121 del 2022 fino ai 104 del 2023. In questo caso l’incremento dal 2020 al 2023 è stato del 22%. L’aumento degli ultimi due anni è probabilmente dovuto all’abbandono dello smartworking utilizzato invece nel biennio 2020-2021.
I SETTORI ECONOMICI PIÙ COLPITI NEI PRIMI SEMESTRI DAL 2020 AL 2023
Per quanto concerne i settori lavorativi più colpiti, nel 2020 sono Attività Manifatturiere, Trasporti e Magazzinaggio e Sanità e Assistenza Sociale ad aver fatto rilevare il maggior numero di decessi, quello della Sanità, chiaramente connesso all’anno di esordio dell’emergenza sanitaria; nel 2021 sono Costruzioni, Attività Manifatturiere e Trasporti e Magazzinaggio i settori con più vittime. Mentre nel 2022 e nel 2023 i primi tre settori con più morti sono stati Trasporti e Magazzinaggio, Costruzioni e Attività Manifatturiere.
IL PEGGIOR GIORNO DELLA SETTIMANA
È il lunedì il giorno nero per i lavoratori italiani in cui si è verificato il maggior numero di infortuni mortali sul lavoro in Italia: questo è il risultato dei primi semestri degli ultimi quattro anni, con una media del 20,3% del totale degli infortuni mortali accaduti il lunedì dal 2020 al 2023.
Seguono: il mercoledì (17,2%), il martedì (17%), il venerdì (16,3%), il giovedì (15,4%), il sabato (8%) e la domenica (5,7%).
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OSSERVATORIO SICUREZZA SUL LAVORO E AMBIENTE
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di VEGA Engineering
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