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LO SVILUPPO SOSTENIBILE SECONDO IL RAPPORTO 2023/24 SDSN

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Il “Rapporto sullo Sviluppo Sostenibile in Europa 2023/24”, pubblicato dalla Rete di Soluzioni per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (UN Sustainable Development Solutions Network – SDSN) in collaborazione con SDSN Europa e il Comitato Economico e Sociale Europeo, evidenzia l’urgenza di azioni decisive nell’Unione Europea per evitare punti di non ritorno ambientali e sociali e mantenere gli obiettivi degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) dell’Agenda 2030 e dell’Accordo di Parigi sul clima.

Dal 2019, il Rapporto sullo sviluppo sostenibile in Europa presenta l’indice e le dashboard degli SDG per l’Europa e fornisce una panoramica annuale dei progressi dell’Unione europea verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile, nonché dei progressi dei 27 paesi dell’UE, 4 paesi dell’Associazione europea di libero scambio (Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera), il Regno Unito e i paesi candidati all’UE.

Il rapporto evidenzia le aree di successo e le opportunità di ulteriore miglioramento e utilizza i dati per confrontare i progressi delle sottoregioni europee. I dati e i risultati si basano su diversi cicli di consultazioni con scienziati, esperti e professionisti di tutta Europa, resi possibili in gran parte grazie alla forte cooperazione tra la Rete delle Nazioni Unite per le soluzioni di sviluppo sostenibile (SDSN) e il Comitato economico e sociale europeo (CESE).

Diamo di seguito uno sguardo ai contenuti del Rapporto, arrivato alla sua quinta edizione, con un focus sulla situazione in Italia.

I DATI PRESENTI NELLA QUINTA EDIZIONE DEL RAPPORTO SULLO SVILUPPO SOSTENIBILE IN EUROPA

La quinta edizione del Rapporto sullo sviluppo sostenibile in Europa fornisce i dati più aggiornati per monitorare e classificare la performance dell’Europa e di tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Il documento segnala che, all’attuale tasso di progresso, un terzo degli obiettivi SDG non sarà raggiunto entro il 2030, con significative differenze tra i paesi europei. Il rapporto sottolinea anche le sfide relative al principio “Non lasciare indietro nessuno” (Leave No One Behind – LNOB) e l’impatto negativo degli “spillover” internazionali. Propone dieci azioni prioritarie per fondare un nuovo Patto Europeo per il Futuro, in vista delle elezioni europee del giugno 2024 e della successiva agenda globale per lo sviluppo sostenibile oltre il 2030.

IL PUNTEGGIO DELL’INDICE SDG IN EUROPA

Il punteggio medio dell’indice SDG dei paesi dell’UE nel 2023 è del 72%.

In termini di target raggiunti o di percorso da raggiungere, si stima che l’UE abbia raggiunto o sia sulla buona strada per raggiungere poco più di due terzi degli obiettivi di sviluppo sostenibile.

La media dell’UE racchiude importanti disparità tra sottoregioni e paesi europei: il punteggio medio dell’indice SDG varia infatti da oltre l’80% in alcuni paesi del Nord Europa a circa il 60% in alcuni paesi dell’Europa orientale e arriva al 50% in alcuni paesi candidati. Meno di un terzo degli obiettivi di sviluppo sostenibile sono stati raggiunti o sono sulla buona strada per essere raggiunti nei paesi candidati.

I progressi negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile in Europa sono in fase di stallo dal 2020 e non è solo a causa della pandemia: i progressi nell’UE erano troppo lenti per raggiungere tutti gli Obiettivi di sviluppo sostenibile entro il 2030 anche prima che colpisse la pandemia. Tuttavia, i progressi sull’Indice SDG sono stati tre volte più rapidi nel periodo 2015-2019 (0,73 punti all’anno) rispetto al periodo 2019-2022 (0,24 punti all’anno). Dal 2020, inoltre, i progressi globali verso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile si sono arrestati a causa di molteplici crisi, con alcune delle regioni più povere e vulnerabili del mondo che hanno mostrato inversioni di marcia nel progresso verso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Sulla base dei dashboards disponibili dal 2019 ad oggi, emergono quelle che sono le principali sfide per l’UE:

  • Molteplici crisi a partire dal 2020, che hanno portato alla stagnazione e persino all’inversione dei progressi sugli indicatori di “Leave No-One-Behind”, in particolare sulla misurazione delle disuguaglianze all’interno del paese
  • Sfide persistenti legate agli obiettivi ambientali e di biodiversità, compresi i sistemi alimentari e fondiari sostenibili (SDG 2, SDG 12-15)
  • Impatti negativi derivanti da consumi e catene di approvvigionamento non sostenibili attraverso effetti di ricaduta internazionale
  • Grandi divari e un lento ritmo di convergenza nei risultati degli obiettivi di sviluppo sostenibile nei paesi europei
  • Progressi lenti: nonostante siano stati compiuti alcuni progressi sugli obiettivi e sui target degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dal 2015, i progressi complessivi sono troppo lenti per raggiungerli tutti entro il 2030

LE AZIONI PRIORITARIE PER UN NUOVO PATTO EUROPEO PER IL FUTURO

Nel giugno 2024 i cittadini dell’UE eleggeranno il nuovo Parlamento europeo e tracceranno la via per la formazione della prossima Commissione europea, l’uno e l’altra con un mandato fino al 2029. I nuovi leader getteranno le basi per il futuro dell’Unione e il ruolo dell’Unione nel mondo nel prossimo decennio e dovranno concordare il prossimo bilancio settennale dell’Unione (2028-2035) e negoziare la prossima agenda globale per lo sviluppo sostenibile per continuare a perseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile anche al di là del 2030.

A complemento del Rapporto sullo sviluppo sostenibile in Europa 2023/24, un gruppo di oltre 200 scienziati, esperti e professionisti provenienti da 25 paesi europei ha individuato le dieci azioni chiave di cui i partiti politici e la futura leadership dell’UE dovrebbe tenere in considerazione:

  1. Rispondere al grave pericolo di varcare “soglie critiche” negative sul piano sociale riducendo in modo significativo il rischio di povertà e di esclusione sociale dei cittadini europei.  
  2. Raddoppiare gli sforzi per conseguire l’obiettivo zero emissioni nette nell’UE entro il 2050, con importanti progressi già entro il 2030.  
  3. Rafforzare la capacità degli enti regionali e locali di conseguire gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, monitorare e comunicare regolarmente lo stato di avanzamento dell’attuazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile a tutti i livelli. 
  4. Ridurre le ricadute negative a livello internazionale e sostenere la trasformazione verso un sistema commerciale sostenibile.  
  5. Fare leva sul team Europa per la diplomazia globale in materia di Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, rafforzare formati di governance diversificati e universali, in particolare le Nazioni Unite.  
  6. Rafforzare il ruolo multilaterale dell’Europa, guidare gli sforzi globali per riformare l’architettura finanziaria mondiale.  
  7. Riorientare i partenariati internazionali dell’UE sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, passare a una cooperazione trasformativa.  
  8. Mobilitare i mezzi finanziari necessari per le trasformazioni verso un futuro sostenibile.  
  9. Istituzionalizzare l’integrazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile nella pianificazione strategica, nel coordinamento macroeconomico, nei processi di bilancio, nelle missioni di ricerca e innovazione e in altri strumenti di politica.
  10. Istituire nuovi meccanismi permanenti per un impegno strutturato e significativo con la società civile, compresi i giovani, e in seno al Parlamento europeo sui percorsi e le politiche in materia di Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. 

LA SITUAZIONE DELL’ITALIA: PUNTEGGIO E CLASSIFICA DELL’INDICE SDG 2023/24

Guardando al punteggio dell’indice SDG totale, l’Italia si trova al 21° posto con il 69,9%. Se teniamo presente che il punteggio medio dei paesi dell’UE nel 2023 è del 72%, si capisce che il nostro Paese rientra tra quelli che devono lavorare ancora molto per contribuire al raggiungimento degli SDG.

Per avere un termine di paragone, al primo posto si trova la Finlandia, seguita da Svezia e Danimarca, tutte con punteggi vicini o superiori a 80 (su 100). La Finlandia è anche in cima all’indice globale degli obiettivi di sviluppo sostenibile del 2023 ed è, secondo il World Happiness Report 2023, il paese più felice del mondo.

Dal Rapporto risulta che in Italia nessun obiettivo è stato raggiunto e le sfide maggiori restano per il goal 2 (sconfiggere la fame), goal 13 (lotta contro il cambiamento climatico), goal 14 (vita sott’acqua) e goal 15 (vita sulla terra). Sono a buon punto invece il goal 3 (salute e benessere per tutti) e il goal 7 (energia pulita e accessibile per tutti).

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