INTERPELLO 12/2015: SALUTE E SICUREZZA NELLA PESCA DEL CORALLO

L’Associazione Italiana Sommozzatori Corallari (A.I.S.C.) e l’Associazione Imprese Subacquee Italiane (A.I.S.I.) hanno interrogato la Commissione per gli Interpelli in merito alle regole, alle leggi, alle direttive e alle modalità operative da rispettare per il corretto svolgimento dell’attività di pesca del corallo.

La pesca del corallo rientra nell’ambito delle attività di pesca subacquea professionale che prevede, per lo svolgimento dell’attività, il possesso di specifico brevetto tecnico e l’iscrizione ad appositi registri, unitamente ad altre disposizioni che esulano dal campo di applicazione del D. Lgs. 81/08.

Anche se non esiste una norma specifica che definisce le disposizioni per la pesca del corallo in ambito di salute e sicurezza sul lavoro (non rientra nel campo di applicazione del D. Lgs. 271/99 che parla della sicurezza e della salute dei lavoratori marittimi a bordo nave), tale attività fa parte dell’elenco dei lavori comportanti rischi particolari per i lavoratori (All. XI del D. Lgs. 81/08) e pertanto il datore di lavoro è tenuto ad adottare tutte le misure di tutela in grado di ridurre al minimo i rischi particolare per la salute e la sicurezza connessi allo svolgimento dell’attività da parte dei lavoratori.

Per supportare le figure garanti della salute e della sicurezza in questo ambito la Commissione suggerisce di prendere spunto dalla norma tecnica UNI 11366 “Sicurezza e tutela della salute nelle attività subacquee ed iperbariche professionali al servizio dell’industria – Procedure operative” come riferimento di buona regola da adottare per ridurre il livello di rischio e per garantire la sicurezza operativa da parte delle barche appoggiate ai pescatori subacquei impegnati nella pesca al corallo.

In allegato il testo dell’Interpello n. 12/2015: