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EVENTO SISMICO: COME MIGLIORARE I PIANI DI EMERGENZA E DI EVACUAZIONE

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Si segnala la Circolare dell’ASL di Brescia riguardante i “Piani di emergenza e di evacuazione (PEE) in occasione di catastrofi naturali, con particolare riguardo ai terremoti” del 20 giugno 2012 (Prot. n. 0086009).
La Circolare è indirizzata ad alcune parti sociali, alle associazioni di imprenditori, alla Protezione Civile e al Comando dei Vigili del Fuoco a Brescia e riporta alcuni punti critici per un corretto approccio alla emergenza relativa al terremoto:

1. Preliminare alla predisposizione di misure di prevenzione e protezione è la stesura del PEE interno, che renda visibili i possibili eventi avversi connessi con la specifica attività lavorativa e li connetta all’eventualità del terremoto.
2. Il datore di lavoro dovrà verificare, alla luce della mutata classificazione per zone sismiche del territorio italiano successiva al terremoto dell’Aquila, in quale grado di rischio si colloca l’area in cui insistono gli stabilimenti, considerando la forte differenziazione da zona a zona del grado di sismicità; questo aggiornamento è disponibile nei singoli Comuni e dovrà necessariamente essere inserito nel PEE.
3. Fatta questa verifica e constatato che la zona geografica è stata dichiarata a rischio non più di “debole attività”, diversamente dal passato, si tratterà di considerare che le strutture edilizie che prima potevano rispettare le norme vigenti oggi non presentano più queste caratteristiche. Capannoni industriali che in passato erano stati progettati considerando solo i “carichi verticali”, dove travi e pilastri sono retti da un sistema di appoggi e di incastri, oggi risultano inadeguati in zone sismiche dichiarate a rischio non di “debole attività” e con terremoti connotati da movimenti oscillatori orizzontali. Ulteriore verifica va effettuata per conoscere se capannoni industriali installati dopo il 2009, che dovrebbero essere conformi a direttive rispondenti a criteri costruttivi antisismici (D.M. 14.09.2005), hanno effettivamente rispettato queste norme tecniche. Conclusivamente, si tratterà quantomeno di rendere esplicito nel PEE se il capannone costruito in passato si trova oggi a rispettare le norme tecniche, alla luce della nuova classificazione delle zone sismiche.
4. Per quanto precede, poiché tra gli effetti del terremoto a maggior potenzialità distruttiva vi è il collasso della struttura edilizia degli ambienti di lavoro, particolarmente artigianali e industriali, spesso composta da elementi prefabbricati, si renderebbe utile una specifica valutazione della tipologia dell’edificio e della sua capacità di reggere gli effetti del terremoto, particolarmente se di natura oscillatoria orizzontale; tale valutazione potrebbe essere di spunto sia agli interventi di risanamento laddove possibile, sia alla re-ingegnerizzazione dei layout produttivi e degli spazi quando non è possibile altra soluzione.
5. Tra le misure necessarie per il contenimento del danno dovranno essere individuate specifiche aree di sicurezza (“punti sicuri”) dove convogliare i lavoratori da evacuare, collocando adeguata segnaletica e prestando particolare attenzione alla individuazione delle opportune vie di fuga e agli ostacoli che in tale evento si interpongono come, ad esempio, la fuoriuscita dalle scaffalature dei materiali ivi contenuti; conseguentemente, saranno predisposte specifiche procedure da adottare in caso di terremoto.
6. Andrà maggiormente curata l’informazione per i lavoratori e la specifica formazione, particolarmente per la squadra di addetti all’emergenza; la verifica della congruità del PEE sarà consentita anche attraverso appropriate esercitazioni pratiche sul luogo di lavoro, preferibilmente documentate e verbalizzate. Queste prove terranno in considerazione lo scenario che potrebbe realizzarsi a seguito di terremoto occorso in presenza di specifici rischi legati alle attività lavorative presenti (esplosioni, investimento di materiali ecc.).

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