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MORTI SUL LAVORO IN VENETO. 51 VITTIME DA GENNAIO A LUGLIO. LA REGIONE ENTRA IN ZONA ARANCIONE.
MORTI SUL LAVORO IN VENETO NEI PRIMI SETTE MESI DEL 2023.
SONO 51 I DECESSI.
40 GLI INFORTUNI MORTALI RILEVATI IN OCCASIONE DI LAVORO, 1 IN PIÙ RISPETTO ALLO STESSO PERIODO DELL’ANNO SCORSO.
DIMINUITI INVECE GLI INFORTUNI IN ITINERE RISPETTO AL 2022.
E IL VENETO È SECONDO IN ITALIA PER NUMERO DI VITTIME IN OCCASIONE DI LAVORO, TERZO SUL PODIO IN ITALIA PER INFORTUNI MORTALI TOTALI.
COSÌ ABBANDONA LA ZONA GIALLA ED ENTRA NELLA PIÙ ALLARMANTE ZONA ARANCIONE PER INCIDENZA DI MORTALITÀ.
SONO 15 LE VITTIME TOTALI IN PROVINCIA DI VERONA. SEGUONO: VENEZIA CON 11 DECESSI, TREVISO (10), PADOVA (9), VICENZA (4) E ROVIGO (2).
CONTINUANO A DIMINUIRE ANCHE ALLA FINE DEL SETTIMO MESE DELL’ANNO LE DENUNCE DI INFORTUNIO TOTALI, PASSANDO DALLE 52.691 DI FINE LUGLIO 2022 ALLE 41.635 DEL 2023 (-21%). DECREMENTO DOVUTO ALLA CONCLUSIONE DELL’EMERGENZA SANITARIA PER COVID.
L’ATTIVITÀ MANIFATTURIERA È IL SETTORE PIÙ COLPITO (7.856 INFORTUNI) COME NEL RESTO DEL PAESE. SEGUITO DA: COSTRUZIONI, COMMERCIO, TRASPORTI E MAGAZZINAGGIO E SANITÀ.
ED È SEMPRE VERONA A FAR RILEVARE IL PIÙ ELEVATO NUMERO DI DENUNCE TOTALI (8.447), SEGUITA DA: VICENZA (8.128), PADOVA (7.935), TREVISO (7.347), VENEZIA (6.905), BELLUNO (1.505) E ROVIGO (1.368).
INTANTO IN REGIONE LE DENUNCE DI INFORTUNIO FINO AI 14 ANNI SONO 3.131, OVVERO OLTRE IL 10% DEL TOTALE DEI COETANEI DEL PAESE E IL 7,5% DEL TOTALE DEGLI INFORTUNI DEI LAVORATORI VENETI.
“In Veneto la situazione è sempre più critica. Tanto che la regione, sebbene per pochi punti percentuali, entra in zona arancione per l’elevata incidenza di mortalità. Sono poi 41.635 le denunce di infortunio complessive su un totale, in Italia, di 344.897: vale a dire – proprio come il mese precedente – oltre il 12% di quelle rilevate in Italia. Il Veneto, poi, è terzo in Italia per numero di vittime totali dopo la Lombardia (97) e il Lazio (53) ed è addirittura secondo solo alla Lombardia (74), per decessi in occasione di lavoro”.
Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre, evidenzia le proprie preoccupazioni per l’emergenza in Veneto alla luce della più recente indagine realizzata dal proprio team di esperti in cui le proiezioni sono tutt’altro che confortanti e continua: “Sono 51 i decessi da gennaio a luglio 2023 (contro i 60 del 2022): 40 quelli rilevati in occasione di lavoro (1 in più dello scorso anno) e 11 quelli in itinere (10 in meno del 2022)”.
E per capire ancor meglio il livello d’allarme in regione, l’Osservatorio mestrino elabora una mappatura del rischio rispetto all’incidenza della mortalità.
La zona arancione, quella in cui è entrato il Veneto a fine luglio 2023, è la zona che, subito dopo la rossa, raggruppa le regioni con l’incidenza di mortalità sul lavoro tra le più elevate a livello nazionale. In sostanza, a fine luglio 2023, il rischio di infortunio mortale in Veneto (18,64 morti per milione di occupati) risulta di poco superiore alla media nazionale. Lo stesso dato a giugno era inferiore alla media nazionale.
Per quanto riguarda le incidenze nel dettaglio in regione, si scopre che è solo Verona a trovarsi in zona rossa con un’incidenza di 31,3, seguita da Rovigo (21,5), Treviso (21,2), Padova (19,4) e Venezia (18,7) che si trovano tutte in zona arancione. Mentre in zona bianca ci sono Vicenza (5,2) e Belluno che non conta vittime tra i lavoratori.
Il più elevato numero di decessi si è verificato in provincia di Verona (15). Seguono: Venezia (11), Treviso (10), Padova (9), Vicenza (4) e Rovigo (2).
INFORTUNI TOTALI (MORTALI E NON) DEI PRIMI SETTE MESI DEL 2023
Alla fine di luglio 2023 le denunce di infortunio totali sono diminuite del 21% rispetto alla fine di luglio del 2022: erano 52.691 e ora sono 41.635. Un decremento questo, è opportuno ancora precisarlo, dovuto quasi esclusivamente alla scomparsa dalle statistiche degli infortuni connessi al Covid.
Le Attività Manifatturiere, anche dopo i primi sette mesi del 2023, sono ancora in cima alla graduatoria delle denunce di infortunio in occasione di lavoro (7.856). E sono seguite da: Costruzioni (2.275), Commercio (2.083), Trasporti e Magazzinaggio (1.880) e Sanità (1.797); settore, quest’ultimo, che a fine luglio del 2022 contava 8.321 denunce.
Ed è sempre la provincia di Verona quella con il maggior numero di denunce totali di infortunio (8.447), seguita da: Vicenza (8.128), Padova (7.935), Treviso (7.347), Venezia (6.905), Belluno (1.505) e Rovigo (1.368).
Infine, sono 13.689 le denunce di infortunio delle donne lavoratrici e 27.946 quelle degli uomini.
Le denunce dei lavoratori stranieri sono 10.787.
Le denunce di infortunio fino a 14 anni sono 3.131, ovvero oltre il 10% del totale dei coetanei del Paese, il 7,5% del totale delle denunce in regione.
L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente.
La zonizzazione utilizzata dall’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega Engineering dipinge il rischio infortunistico nelle regioni italiane secondo la seguente scala di colori:
Bianco: regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale
Giallo: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale e il valore medio nazionale
Arancione: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale e il 125% dell’incidenza media nazionale
Rosso: regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale
Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering
Ufficio Stampa
Dott.ssa Annamaria Bacchin
Centro Direzionale Terraglio Uno – Via Don F. Tosatto 151 – Mestre (VE)
Tel 041/957185
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