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L’ITALIA E GLI OBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILE: A CHE PUNTO SIAMO SECONDO IL RAPPORTO DI ASVIS?

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L’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) ha pubblicato il rapporto “L’Italia e gli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile”, alla sua ottava edizione, in cui viene valutato l’avanzamento dell’Italia e dell’Unione europea verso i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs) dell’Agenda 2030 dell’ONU, sottoscritta dai governi di 193 Paesi il 25 settembre del 2015, e gli ambiti in cui bisogna intervenire per assicurare la sostenibilità economica, sociale e ambientale del nostro modello di sviluppo.

Il Rapporto 2023, oltre a fare il punto sullo stato dell’arte della situazione italiana rispetto alle diverse dimensioni dello sviluppo sostenibile, illustra proposte per realizzare politiche che portino al conseguimento dei risultati attesi.

CHI È L’ASVIS?

L’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) è nata il 3 febbraio del 2016 su iniziativa della Fondazione Unipolis e dell’Università di Roma “Tor Vergata” ed è impegnata a diffondere la cultura della sostenibilità a tutti i livelli e a far crescere nella società italiana, nei soggetti economici e nelle istituzioni la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

LA SITUAZIONE GENERALE

António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, descrive così lo stato dell’arte dell’Agenda 2023 nel mondo: “A metà del percorso la promessa dell’Agenda 2030 è in pericolo”.

E sulla base di dati disponibili, ritenuti affidabili, l’ONU ritiene che nel 2030 oltre mezzo miliardo di persone vivrà ancora in povertà estrema; oltre 80 milioni di bambine e bambini non andranno a scuola e 300 milioni non saranno in grado di leggere e scrivere; le emissioni di gas climalteranti continueranno a crescere e i danni da cambiamenti climatici, che stanno accelerando rispetto alle valutazioni di pochi anni fa, saranno sempre più elevati in tutte le parti del mondo; la temperatura media, già aumentata di 1,1°C rispetto ai livelli preindustriali, raggiungerà il limite di 1,5° previsto dagli Accordi di Parigi nel 2034, non più nel 2050, continuando poi a crescere; nel 2030 circa 660 milioni di persone saranno ancora senza elettricità e quasi 2 miliardi faranno ancora affidamento su combustibili fossili e altre pratiche inquinanti; potrebbero volerci almeno 25 anni per fermare la deforestazione, mentre almeno un milione di specie, su otto milioni oggi conosciute, rischia l’estinzione.

LA SINTESI DEL RAPPORTO PER L’ITALIA

Ci troviamo a metà del cammino: nel settembre del 2015 la sottoscrizione del programma dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile da parte dei governi dei 193 Paesi dell’Onu, nel 2030 il raggiungimento dei 17 obiettivi del programma. Ma qual è la situazione ad oggi?

L’Italia non è in linea rispetto ai 17 SDGs che doveva conseguire e rispetto al 2010 la situazione è la seguente:

  • per 6 obiettivi la situazione è peggiorata: povertà (Goal 1), sistemi idrici e igienico-sanitari (Goal 6), qualità degli ecosistemi terrestri e marini (Goal 14 e 15), governance (Goal 16), partnership (Goal 17);
  • per 3 è stabile: cibo (Goal 2), disuguaglianze (Goal 10), città sostenibili (Goal 11);
  • per 8 i miglioramenti sono contenuti: salute (Goal 3), istruzione (Goal 4), parità di genere (Goal 5), energia rinnovabile (Goal 7), lavoro dignitoso (Goal 8), innovazione e infrastrutture (Goal 9), economia circolare (Goal 12), lotta al cambiamento climatico (Goal 13).

Rispetto al 2015, anno di sottoscrizione dell’Agenda 2030, la situazione non migliora, anzi: per i Goals che presentano complessivamente degli avanzamenti il miglioramento tende a essere meno evidente.

È stata condotta un’analisi specifica delle disuguaglianze tra regioni italiane e, osservando l’evoluzione degli indicatori sul periodo 2010-2022 per i 14 Goal per cui sono disponibili dati territoriali, si evidenzia:

  • un miglioramento per due obiettivi: disuguaglianze (Goal 10), governance (Goal 16)
  • una stabilità per cinque obiettivi: cibo (Goal 2), lavoro dignitoso (Goal 8), innovazione e infrastrutture (Goal 9), economia circolare (Goal 12), qualità degli ecosistemi marini (Goal 15)
  • un andamento negativo per i restanti sette obiettivi, in totale contraddizione con il principio chiave dell’Agenda 2030 di “non lasciare nessuno indietro”: povertà (Goal 1), salute (Goal 3), istruzione (Goal 4), parità di genere (Goal 5), sistemi idrici e igienico-sanitari (Goal 6), energia rinnovabile (Goal 7), città sostenibili (Goal 11)

La situazione dell’Italia al 2022 è quella di un Paese lontano dal raggiungimento di gran parte dei Goals e dei Target fissati per il 2030 e, in più, disuguale e ancorato a problematiche di carattere strutturale: questi aspetti possono evolversi solo mediante un profondo cambiamento nelle politiche pubbliche, nelle scelte delle imprese e dei cittadini, nell’impegno della società italiana nel suo complesso.

Secondo il rapporto dell’ASviS, se da una parte sono state fatte scelte che non hanno messo l’Agenda 2030 al primo posto per realizzare uno sviluppo pienamente sostenibile sul piano ambientale, sociale, economico e istituzionale, dall’altra è mancato l’impegno esplicito, collettivo e compatto da parte della collettività, delle imprese e delle forze politiche.

LE PROPOSTE DELL’ASVIS PER POLITICHE “TRASFORMATIVE”

Con lo scopo di far avanzare l’Italia nell’attuazione dell’Agenda 2030 e di recuperare il terreno perduto e i ritardi accumulati nel corso degli anni, riducendo drasticamente anche i divari territoriali, il Rapporto 2023 illustra un insieme di proposte che configura un programma di riforme e interventi ampio e complesso. Le azioni proposte riguardano 13 linee di intervento:

  • contrastare la povertà, la precarietà e il lavoro povero, assicurare l’assistenza agli anziani non autosufficienti, redistribuire il carico fiscale per ridurre le disuguaglianze, gestire i flussi migratori e promuovere l’integrazione degli immigrati;
  • accelerare l’innovazione tecnologica, organizzativa e sociale del settore agricolo, potenziare la responsabilità sociale delle aziende agricole;
  • ottimizzare le risorse e l’organizzazione dei servizi sanitari, mitigare l’impatto della crisi climatica sulla salute, combattere il disagio psichico, le dipendenze e la violenza familiare e sociale;
  • migliorare la qualità degli apprendimenti, contrastare la dispersione, assicurare l’inclusione, potenziare i servizi per l’infanzia, educare allo sviluppo sostenibile e alla cittadinanza globale;
  • aumentare l’occupazione femminile, assicurare servizi e condivisione del lavoro di cura, prevenire e combattere le discriminazioni multiple;
  • mettere la protezione e il ripristino della natura al centro delle politiche, rispettare gli accordi internazionali in materia, assicurare la tutela e la gestione sostenibile degli ecosistemi;
  • aumentare al massimo la produzione di energia elettrica rinnovabile e rendere più ambizioso il PNIEC;
  • ridurre la fragilità sul mercato del lavoro di donne, giovani e immigrati, potenziare le politiche attive e migliorare le condizioni di lavoro;
  • investire in infrastrutture sostenibili, orientare il sistema produttivo verso l’Industria 5.0, potenziare la ricerca e l’innovazione;
  • migliorare il governo del territorio, investire nella rigenerazione urbana e nella transizione ecologica delle città e delle altre aree territoriali;
  • promuovere la sostenibilità ambientale e sociale nella Pubblica amministrazione, coinvolgere maggiormente i consumatori nell’adozione di comportamenti virtuosi;
  • migliorare il sistema giudiziario, sviluppare un’etica dell’Intelligenza Artificiale, rafforzare la partecipazione democratica;
  • promuovere la pace, rafforzare la coerenza delle politiche di assistenza allo sviluppo e migliorarne l’efficacia, assicurando la partecipazione della società civile alle scelte.

PER APPROFONDIRE…

Il tema della tutela ambientale è diventato una questione sempre più urgente a livello globale, poiché il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e l’inquinamento stanno minacciando l’equilibrio dell’ecosistema terrestre. È essenziale adottare misure concrete e collaborare a livello locale, nazionale e internazionale per proteggere l’ambiente e assicurare un futuro sostenibile per le generazioni future.

Vega Formazione affronta questa tematica con degli approfondimenti specifici presenti nella sezione “Ambiente” del Blog Tecnico e con il monitoraggio dei principali indicatori ambientali, in particolare relativi ad aspetti connessi con il cambiamento climatico, nella pagina dell’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega.

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