CERTIFICAZIONE ENERGETICA: ITALIA DEFERITA DALLA CORTE UE
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La Commissione europea ha deciso di deferire il nostro Paese alla Corte di giustizia Ue per non essersi pienamente conformata alla Direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico nell’edilizia (sostituita poi dalla Direttiva 2010/31/UE).
La direttiva, infatti, prevede che in fase di costruzione, compravendita o locazione di un edificio, l’attestato di certificazione energetica sia messo a disposizione del proprietario o che questi lo fornisca a sua volta al futuro acquirente o locatario. Tali attestati e le relative ispezioni devono essere rispettivamente compilati ed eseguiti da esperti qualificati e/o accreditati.
Attualmente, la direttiva italiana non prevede questo requisito per tutti gli edifici e comprende deroghe all’obbligo di certificazione da parte di un esperto che non sono previste nella direttiva.
Per quanto riguarda i sistemi di condizionamento d’aria, inoltre, la direttiva prevede ispezioni periodiche che contemplino una valutazione dell’efficienza del sistema e del suo dimensionamento, corredata da raccomandazioni in merito ai possibili miglioramenti. Disposizioni che le autorità italiane non hanno ancora attuato.
Va ricordato che il nostro Paese era già stato messo sotto procedura d’infrazione nel 2010. A distanza di un anno, nel 2011, era giunto un nuovo avvertimento con l’invio di un parere motivato della Commissione Europea che denunciava lacune nella legislazione italiana in merito alla certificazione dei consumi energetici degli edifici e riguardo ai controlli periodici sugli impianti di climatizzazione.
Fonte: europarlamento24.eu
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- Direttiva_2002_91_CE.pdfAccedi per scaricare
- Direttiva_2010_31_UE.pdfAccedi per scaricare
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